I lavoratori dello spettacolo non sono lavoratori invisibili
“Confintesa fa propri gli appelli che molti artisti famosi stanno lanciando in questi giorni per accendere i riflettori sui lavoratori dello spettacolo che vive lavorando solo con eventi pubblici in teatri, discoteche o luoghi all’aperto”. Lo dichiara Francesco Prudenzano Segretario Generale di Confintesa commentando quanto poco o niente abbia fatto il Governo per questa categoria di cui non si occupa nessuno
“Le stime parlano di 400 mila lavoratori che, con gli eventi e gli spettacoli bloccati dalla pandemia, non hanno mezzi di sussistenza. Non parliamo di attori o cantanti famosi – continua Prudenzano – ma di una vasta categoria di lavoratori di teatro, della danza, della musica classica, leggera o pop e di giovani DJ che guadagnano a serata. Sono questi i lavoratori invisibili di questa crisi del Covid-19. Parliamo di lavoratori con tipologie contrattuali frammentate, che lavorano solo se ci sono concerti o eventi pubblici, precari da una vita, con retribuzioni non certo privilegiate e con orari imprevedibili, parliamo di professionisti che hanno studiato per molti anni e che hanno fatto dello spettacolo dal vivo la loro professione. Sono pochissimi quelli che riusciranno a percepire i famosi 600 euro proprio per la frammentarietà temporale della loro professione.
Chi lavora negli spettacoli dal vivo – conclude Prudenzano – ha trasformato la sua passione in un mestiere pieno di difficoltà e non può essere abbandonato dallo Stato. L’arte ha contribuito da sempre e contribuisce ancora alla crescita culturale dell’Italia e, quindi, il Governo ha l’obbligo di mettere in campo un intervento mirato per questo settore. Esistono anche questi lavoratori, non dimentichiamolo e non dimenticateli”.